In estate, basta fare due passi sulla battigia per accorgersene: persone di tutte le età che passeggiano con i piedi immersi nell’acqua, avanti e indietro, per minuti o addirittura per ore. Non è solo un rito “da vacanza”: molti lo fanno convinti che faccia bene alla circolazione e, in particolare, a chi soffre di pressione bassa.
E in effetti una base reale c’è: camminare con i piedi nell’acqua del mare può stimolare la vasocostrizione periferica e contribuire a far salire leggermente la pressione nelle persone che tendono ad averla molto bassa. Ovviamente non è una terapia medica, ma una piccola abitudine di benessere che può aggiungersi a uno stile di vita sano.
Vediamo perché.
Perché il mare “fa bene” alla circolazione
Quando cammini lungo la riva, con l’acqua che ti arriva alle caviglie o poco sopra, entrano in gioco diversi fattori:
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La temperatura dell’acqua: di solito è più fresca rispetto all’aria e questo provoca una leggera vasocostrizione dei vasi sanguigni delle gambe. In parole semplici, i vasi si restringono e il sangue viene spinto un po’ di più verso l’alto.
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La pressione dell’acqua: anche se è poca, esercita una lieve pressione idrostatica sulle caviglie e sui polpacci, un po’ come una calza elastica naturale che aiuta il ritorno venoso.
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Il movimento costante: il cammino, soprattutto su sabbia irregolare, fa lavorare muscoli che normalmente usi di meno. Il polpaccio, definito spesso “secondo cuore”, pompa il sangue verso l’alto ad ogni passo.
Il risultato è una combinazione di stimoli che favoriscono la circolazione periferica e possono dare sollievo a chi ha spesso le gambe pesanti, si sente stanco o soffre di lieve ipotensione (pressione bassa).
Pressione bassa: perché la passeggiata in acqua può aiutare
Chi ha la pressione molto bassa lo sa bene: a volte bastano il caldo intenso, una giornata di mare o un pasto abbondante per sentirsi improvvisamente:
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stanchi,
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con la testa leggera,
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con il bisogno di sedersi subito.
Camminare con i piedi nell’acqua del mare, soprattutto nelle ore meno calde, può essere un piccolo stratagemma naturale per dare una “spinta” alla pressione.
In che modo?
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Vasocostrizione da acqua fresca
Il contatto con l’acqua più fredda induce il corpo a restringere i vasi sanguigni periferici per conservare calore. Questo meccanismo può contribuire a innalzare leggermente la pressione sanguigna nelle persone ipotese. -
Maggiore ritorno venoso
L’unione di movimento, pressione dell’acqua e lavoro muscolare aiuta il sangue a risalire meglio dalle gambe verso il cuore. Questo può ridurre quella sensazione di “svuotamento” tipica dei colpi di calore o dei cali di pressione. -
Stimolo dolce e graduale
Non è uno sforzo intenso: è un’attività dolce, progressiva, che puoi modulare in base a come ti senti, senza bisogno di attrezzature o programmi complessi.
Naturalmente, se soffri di patologie cardiovascolari, problemi importanti di pressione o altre condizioni mediche, prima di cambiare abitudini è sempre bene parlarne con il medico. La passeggiata in acqua è un aiuto, non una terapia sostitutiva.
Benefici anche per chi non ha la pressione bassa
La passeggiata lungo il bagnasciuga non è utile solo a chi tende a essere ipoteso. È una piccola abitudine di benessere che porta vantaggi un po’ a tutti:
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Migliora la microcircolazione: utile a chi passa molte ore in piedi o seduto e sente le gambe gonfie a fine giornata.
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Tonifica muscoli e articolazioni: camminare sulla sabbia, magari con leggera resistenza dell’acqua, è un esercizio dolce ma efficace per caviglie, ginocchia e polpacci.
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Favorisce il drenaggio: il movimento in acqua, anche se bassa, aiuta il ritorno dei liquidi e può dare una mano contro la sensazione di gonfiore.
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Riduce lo stress: il rumore delle onde, il contatto con l’acqua e la luce naturale hanno un effetto rilassante. Meno stress, spesso, significa anche una percezione migliore del proprio corpo e del proprio benessere.
Come camminare nell’acqua del mare in modo corretto
Per ottenere il massimo da questa abitudine, senza esagerare, bastano alcune semplici accortezze.
1. Scegli il momento giusto
Meglio evitare le ore più calde del giorno. Le fasce ideali sono:
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mattina presto, quando la spiaggia è più tranquilla e l’aria è fresca;
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tardo pomeriggio, quando il sole si abbassa e la temperatura diventa più sopportabile.
Così riduci il rischio di cali di pressione dovuti al caldo eccessivo.
2. Altezza dell’acqua: caviglia o metà polpaccio
Non serve immergersi fino al ginocchio: già l’acqua fino alle caviglie o poco più è sufficiente per ottenere la vasocostrizione data dalla temperatura e un minimo di pressione idrostatica.
Se vai più in profondità, il lavoro muscolare aumenta e la passeggiata diventa più “sportiva”. Può andare bene, ma ascolta sempre il tuo corpo.
3. Durata: pochi minuti per iniziare
Se non sei abituato, inizia con:
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5–10 minuti di cammino a passo tranquillo,
poi, giorno dopo giorno, puoi salire a 15–20 minuti, sempre senza forzare.
L’obiettivo non è “fare fatica”, ma mantenere un movimento dolce e costante.
4. Attenzione al fondo
Controlla sempre:
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se ci sono sassi scivolosi,
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eventuali buche improvvise sul fondale,
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piccoli ostacoli (conchiglie taglienti, legnetti, ecc.).
Meglio camminare dove la sabbia è compatta e uniforme, per non sovraccaricare caviglie e ginocchia.
5. Idratazione sempre
Anche se sei “in mezzo all’acqua”, puoi disidratarti. Prima e dopo la passeggiata:
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bevi acqua in piccoli sorsi,
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evita alcolici nelle ore più calde,
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se sudi molto, considera anche bevande leggermente saline, sempre seguendo i consigli del tuo medico se hai patologie specifiche.
Quando fare attenzione o evitare
Ci sono alcuni casi in cui è meglio essere prudenti o chiedere prima un parere medico:
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disturbi cardiaci importanti;
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problemi di circolazione avanzati (es. arteriopatie, ulcere venose in fase attiva);
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episodi frequenti di svenimento o capogiri improvvisi;
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infezioni cutanee o piccole ferite aperte su piedi e caviglie: l’acqua di mare può essere irritante.
In questi casi, la passeggiata nell’acqua può essere ancora possibile, ma va valutata con attenzione, magari riducendo tempi e profondità e facendosi accompagnare.
Il valore del “rituale”: benessere è anche testa
Oltre agli aspetti fisici, c’è un altro elemento da non sottovalutare: il rituale.
Camminare con i piedi nell’acqua del mare:
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ti costringe a rallentare,
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ti fa respirare più profondamente,
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ti invita a guardare l’orizzonte, il colore del cielo, il movimento delle onde.
Spesso benessere significa anche concedersi un momento solo per sé, lontano da telefoni, notifiche e pensieri. La combinazione tra stimolo fisico (circolazione, vasocostrizione, movimento) e rilassamento mentale crea quella sensazione di “stare meglio” che molte persone associano alla passeggiata sulla battigia.
In sintesi
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Camminare con i piedi nell’acqua del mare può aiutare chi soffre di pressione bassa, grazie alla vasocostrizione indotta dall’acqua fresca e al miglior ritorno venoso.
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È una pratica dolce, naturale e a costo zero, adatta a molte persone, purché non ci siano controindicazioni mediche specifiche.
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Porta benefici anche a chi ha gambe pesanti, piccoli gonfiori o molta sedentarietà.
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Deve essere vissuta come un rituale di benessere globale, fisico ed emotivo: pochi minuti al giorno, nelle ore più fresche, ascoltando il proprio corpo.
Non sostituisce i consigli del medico né eventuali terapie, ma può diventare uno dei piccoli segreti di benessere del tuo prossimo viaggio al mare.


